Di fronte alla vita by Jiddu Krishnamurti

Di fronte alla vita by Jiddu Krishnamurti

autore:Jiddu Krishnamurti [Krishnamurti, Jiddu]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Religion, General
ISBN: 9788834003985
Google: XDWGAAAACAAJ
Amazon: 8834003985
editore: Astrolabio Ubaldini
pubblicato: 1969-01-01T18:30:00+00:00


11.

Ricorderete che abbiamo già parlato della paura. Ebbene non è la paura responsabile del nostro voler accumulare cognizioni? Questo è un argomento difficile perciò vediamo di esaminarlo; studiamolo con molta attenzione.

Gli esseri umani accumulano cognizioni e venerano il sapere, non soltanto quello scientifico ma anche il cosiddetto sapere spirituale. Ritengono che il sapere sia di grande importanza nella vita cioè la conoscenza delle cose avvenute e delle cose avvenire. Tutto il processo di indottrinamento e di venerazione del sapere non deriva forse da un sottofondo di paura? Ci spaventa il pensiero che senza cognizioni saremmo perduti, non sapremmo come comportarci. Perciò, sia leggendo quel che hanno detto i saggi, sia attraverso le credenze e le esperienze di altri, sia anche attraverso le nostre, gradatamente andiamo costruendo una base di cognizioni che poi diventa tradizione e dietro questa tradizione prendiamo rifugio. Pensiamo che queste cognizioni, questa tradizione, siano un fatto essenziale e che senza di esse saremmo perduti, non sapremmo come agire.

Ora, quando noi parliamo di sapere, che cosa intendiamo con questa parola? Che cos’è che sappiamo? Cosa sapete in realtà quando venite a considerare le cognizioni che avete accumulate? Ad un certo livello, per la scienza, l’ingegneria e via dicendo, sapere è importante; ma al di là di questo livello che cosa sappiamo?

Avete mai studiato il processo con cui accumuliamo cognizioni? Per quale motivo studiate, perché superate degli esami? A un certo livello sapere è importante, non è così? Senza cognizioni di matematica o di altre materie non si potrebbe diventare ingegnere o scienziato. I rapporti sociali si basano su queste cognizioni e senza di esse non saremmo in grado di guadagnarci da vivere. Ma al di là di questo tipo di sapere che cosa conosciamo? Al di là di esso qual è la natura della conoscenza?

Cosa intendiamo quando diciamo che per trovare Dio occorre il sapere, o che il sapere è necessario per raggiungere la conoscenza di noi stessi, o che il sapere è essenziale per orientarsi in mezzo al tumulto della vita? In questo caso noi intendiamo sapere per esperienza; e che cosa è l’esperienza? Che cos’è che noi apprendiamo attraverso l’esperienza? Questo sapere non viene forse usato dall’ego, dal “me”, per rafforzare se stesso?

Mettiamo ad esempio che io abbia raggiunto una certa posizione sociale. Questa esperienza, con la sensazione di successo, prestigio, potere che porta con sé in un certo modo mi dà fiducia, sicurezza. La cognizione che ho del mio successo, di essere qualcuno, di avere posizione e autorità rafforza il “me”, l’ego, non è così?

Avete notato come sono saccenti i pandit [5] o come il sapere conferisce a vostro padre, a vostra madre, al vostro insegnante l’atteggiamento dell’“io ho maggiore esperienza di te; io so e tu non sai”? Il sapere quando è mera informazione si trasforma gradualmente in sostegno della vanità, in nutrimento per l’ego, per il “me”. L’ego infatti non può esistere senza questa o quell’altra forma di dipendenza parassitaria.

Lo scienziato si serve del suo sapere per nutrire la sua vanità, per sentirsi qualcuno, proprio come fa il pandit.



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